Premio Nobel per i ritmi circadiani

31 Gen 2020 ARTICOLI

Quella del premio Nobel per la scoperta delle basi molecolari del ritmi circadiani è una storia che inizia nel ‘700. Un astronomo francecse, Jean Jacques d’Ortous de Mairan, osserva e studia il comportamento di una pianta, la Mimosa pudica. Quella pianta le cui foglie si chiudono se sfiorate. La stessa pianta apre e chiude le foglie secondo il giorno e la notte, rispettivamente.

L’astronomo francese concepì la prima prova sperimentale per verificare se esistessero effettivamente dei meccanismi interni alla mimosa per spiegare il diverso comportamento tra notte e giorno della pianta (invece che puramente esterni, cioè legati alla luce solare). D’altra parte, esistono molte piante che tendono a orientare fiori o foglie verso il sole (“eliotropiche”, sono dette). La mimosa fu inserita all’interno di una scatola, senza possibilità di essere esposta alle variazioni tra luce e buio. L’astronomo osservò come il comportamento della mimosa sostanzialmente non cambiasse, anche senza variazioni della luce. Ne dedusse che esisteva un orologio “interno”, che regola il diverso comportamento della mimosa tra notte e giorno.

Il premio Nobel non è solo una vetrina della scienza. Non è solo un riconoscimento a eminenti studiosi. È anche un modo per ricordare come la ricerca scientifica può cambiare, e molto, la vita di tutti noi.

L’intero articolo sul Nobel per i ritmi circadiani è su Huffington Post

Luigi De Gennaro, comitato editoriale AIMS

Ulteriori approfondimenti utili nel sito:

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